Virginia Woolf

LIFE (1882 - 1941)
Virginia Woolf was born in London in 1882. Her father was a critic and philosopher and she grew up and was educated in a highly cultivated atmosphere. After her father’s death, she lived with her brothers and sisters in the Bloomsbury district where the family soon became the centre of a circle of artists and intellectuals known as the Bloomsbury Group, famous for its unconventional ideas and anti-conformist attitudes. For the rest of her life she would suffer from periods of depression and mental illness. In 1912 she married and completed her first novel, The Voyage Out. In Mrs Dalloway she moved away from realism. To the Lighthouse and The Waves consolidated her reputation as a leading experimental writer. Her greatest commercial success was Orlando, a work that combined fantasy with glimpses of Woolf’s own bisexuality in the biography of a character who lived through four centuries and changes from a man into a woman. In march 1941, she drowned herself in a river near her home in Sussex.


ACHIEVEMENT
Virginia Woolf embodied the modernist experimental spirit. After Joyce, she is considered the other great introspective novelist, because she focuses her novels on thought, memory and feeling. In attempting to render the inner life of characters, Woolf developed a series of literary devices that reproduce her character’s stream of consciousness. One way of doing this is the interior monologue, where characters communicate directly with themselves. However Woolf excelled at another technique, called free indirect style. Here her character’s thoughts are narrated in the third person, but the author omits reporting verbs and imitates the kind of language the character would use.

To the Lighthouse

To the Lighthouse is regarded as the high-point of Virginia Woolf’s achievement as novelist. In writing it, the author drew on memories of happy summer holidays in a large house which was a meeting place for relatives and friend. But this happiness was clouded by the death of her mother first, her father and her brother then. The external events of the novel closely resemble these biographical facts. The work has been seen as an elegy for her lost mother and seems written to resist mortality through the power of art and imagination.
In To the Lighthouse action is reduced to the essential and the novel draws its real life from her ability to render the subjective impressions of her characters thanks to her mastery of the stream of consciousness technique. In this novel Woolf explores the difficulty of communication between men and women and she also analyses the differences between the female and male personality in a way that undermines conventional ideas about male superiority. 

PLOT. The Ramsays are passing their summer holidays at a large rented house in Scotland with some friends. The various members of the family and their guests pass the time in a variety of ways. The main drama and tension mounts around the question of a visit to the lighthouse in the bay. In the second section of the novel we learn that Mrs Ramsay has died, that her daughter has also died and that her eldest son has been killed in the First World War. In the final section Mr Ramsay take a boat to the lighthouse and finally reach it.

 

From To the Lighthouse, WILL YOU NOT TELL ME JUST FOR ONCE THAT YOU LOVE ME?

Traduzione

Mrs Ramsay alzò il capo e, come una persona sonnolenta, sembrò dire che se egli voleva che lei si destasse lei lo avrebbe davvero fatto, ma altrimenti avrebbe potuto continuare a dormire, ancora un po’? Si stava arrampicando su quei rami, di qua e di là, allungando le mani su un fiore e poi su un altro.
“Né lodare il profondo vermiglio nella rosa,” leggeva, e così leggendo stava salendo, percepiva, in cima, sulla sommità. Come era appagante! Come era rilassante! Tutte le piccolezze della giornata si attaccavano a questo magnete; si sentiva la mente sgombra, la sentiva pulita. Ed eccolo lì, improvvisamente intero; lo teneva tra le mani, bello e sensato, chiaro e completo, l’essenza risucchiata dalla vita e contenuta qui – il sonetto.
Ma si stava accorgendo che suo marito la stava guardando. Le stava sorridendo in modo beffardo, come se la stesse deridendo garbatamente di essersi addormentata in piena luce del giorno, ma al tempo stesso egli pensava, Continua a leggere. Non sembri triste adesso, pensava. E si chiedeva che cosa stesse leggendo ed esagerava la sua ignoranza, la sua semplicità, perché gli piaceva pensare che lei non fosse intelligente, assolutamente priva di cultura. Si chiese se lei capisse ciò che stava leggendo. Probabilmente no, pensò. Era straordinariamente bella. La sua bellezza gli sembrava, se possibile, aumentare.
Eppure sembrava ancora inverno, e tu lontano,
Come con la tua ombra io con queste mi dilettavo,
lei finì.
“Ebbene?”, disse, riproducendo il suo sorriso sognante, alzando lo sguardo dal suo libro.
Come con la tua ombra io con queste mi dilettavo,
mormorò, posando il libro sul tavolo.
Cosa era successo, si domandò, mentre riprendeva il lavoro a maglia, da quando lo aveva visto da solo? Si ricordò di essersi vestita e di aver visto la luna; si ricordò che Andrew aveva alzato troppo il piatto a cena; di essersi sconfortata per qualcosa che William aveva detto; degli uccelli negli alberi; del divano sul pianerottolo; dei suoi figli svegli; di Charles Tansley che li aveva svegliati facendo cadere i suoi libri – oh, no, quello lo aveva inventato; e di Paul che aveva un borsellino di camoscio per il suo orologio. Cosa doveva dirgli?
“Si sono fidanzati,” disse, cominciando a sferruzzare, “Paul e Minta.”
“L’avevo immaginato,” egli disse. Non c’era proprio nulla da dire a riguardo. La sua mente stava ancora andando su e giù, su e giù con la poesia; egli si sentiva ancora molto vigoroso, molto schietto, dopo aver letto del funerale di Steenie. Perciò rimasero seduti silenziosi. Poi lei si rese conto che voleva che lui dicesse qualcosa.
Qualunque cosa, qualunque cosa, pensò, continuando il suo lavoro a maglia. Qualunque cosa sarebbe andata bene.
“Come sarebbe bello sposare un uomo con un borsellino di camoscio per il suo orologio,” disse, poiché quello era il tipo di battute che avevano in comune.
Egli sbuffò. Pensava a proposito di questo fidanzamento ciò che aveva sempre pensato a proposito di qualsiasi fidanzamento; la ragazza è troppo per quel giovanotto. Lentamente le venne in mente, perché allora si vuole che le persone si sposino? Qual era il valore, il significato delle cose? (Ogni parola che avessero detto in quel momento sarebbe stata vera.) Dì qualcosa, lei pensava, desiderando solo di udire la sua voce. Poiché l’ombra, la cosa che li avvolgeva stava cominciando, percepiva, a circondarla di nuovo. Dì qualunque cosa, implorò, guardandolo, come se invocasse aiuto.
Egli era silenzioso, faceva dondolare la sua catena dell’orologio avanti e indietro, e pensava ai romanzi di Scott e ai romanzi di Balzac. Ma attraverso i muri crepuscolari della loro intimità, poiché si stavano avvicinando, involontariamente, accostandosi fianco a fianco, molto vicini, lei riusciva a sentire la mente di lui come una mano alzata che faceva ombra alla sua mente; ed egli stava cominciando, adesso che i suoi pensieri prendevano una piega che a lui non piaceva – verso questo ‘pessimismo’ come lo chiamava – ad agitarsi, sebbene non dicesse nulla, portandosi una mano alla fronte, attorcigliando una ciocca di capelli, lasciandola ricadere.
“Non finirai quella calza stasera,” egli disse, indicando la sua calza. Ecco quello che lei voleva – l’asprezza nella sua voce nel rimproverarla. Se egli dice che è sbagliato essere pessimisti probabilmente è sbagliato, pensò; il matrimonio riuscirà bene.
“No” lei disse, appiattendo la calza sul suo ginocchio, “non la finirò.”
E poi cosa? Poiché sentiva che la stava ancora guardando, ma che il suo sguardo era cambiato. Egli voleva qualcosa – voleva la cosa che lei trovava così difficile concedergli; voleva che lei gli dicesse che lo amava. E questo, no, lei non riusciva a farlo. Egli riusciva a parlare molto più facilmente di lei. Egli riusciva a dire le cose – lei non riusciva mai. Perciò naturalmente era sempre lui a dire le cose, e poi per qualche ragione improvvisamente ciò lo irritava e la rimproverava. Una donna senza cuore la chiamava; lei non gli diceva mai di amarlo. Ma non era così – non era così. Soltanto lei non riusciva a dire ciò che sentiva. Non c’era qualche briciola sul suo cappotto? Nulla che lei potesse fare per lui? Alzandosi, si trattenne alla finestra con la calza rossiccia in mano, in parte per distogliere lo sguardo da lui, in parte perché si ricordò di quanto sia spesso bello – il mare di notte. Ma lei sapeva che egli aveva girato la testa mentre lei si era girata; la stava osservando. Sapeva che egli stava pensando, Tu sei più bella che mai. E lei stessa si sentiva bellissima. Non vuoi dirmi neanche una volta che mi ami? Egli lo stava pensando, poiché era eccitato un po’ per Minta e per il proprio libro, un po’ per essere alla fine del giorno e per aver litigato per via della gita al Faro. Ma lei non riusciva a farlo; non riusciva a dirlo. Poi, rendendosi conto che egli la stava osservando, invece di dire qualcosa si voltò, tenendo in mano la calza, e lo guardò. E mentre lo guardava cominciò a sorridere, poiché sebbene lei non avesse detto una parola, egli sapeva, naturalmente sapeva, che lei lo amava. Non poteva negarlo. E sorridendo lei guardò fuori della finestra e disse (pensando tra sé, Nulla al mondo può eguagliare questa felicità).
“Sì, avevi ragione. Domani pioverà. Non potrete andare.” E lo guardò sorridendo. Poiché lei aveva trionfato di nuovo. Non lo aveva detto: eppure egli lo sapeva.

 

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