Il supino

 

Il modo supino, che non esiste in italiano, è un nome verbale (della quarta declinazione) che ha soltanto sue casi:
• l’accusativo uscente in -um (definito anche “supino attivo”);
• l’ablativo uscente in -u (definito anche “supino passivo”).
Esso non ha distinzione di tempo, ma indica l’azione in sé.

 

IL SUPINO ATTIVO
Il supino attivo si usa in dipendenza da verbi di movimento e indica lo scopo per cui si compie l’azione (valore finale).

 

IL SUPINO PASSIVO
Il supino passivo, testimoniato solo per i verbi transitivi, sia attivi sia deponenti (nei verbi deponenti ha comunque significato passivo) di solito è usato per determinare con la funzione di un ablativo di limitazione aggettivi che significano “bello”, “facile”, “credibile”, “utile” ecc. o i loro contrari (facilis/difficilis, utilis/inutilis, incundus, crudelis, turpis ecc.).
I supini passivi che ricorrono con maggiore frequenza sono: dictu, factu, auditu, visu, cognitu, memoratu, inventu, perpessu, probatu, tactu, toleratu, scitu ecc.