Eclettismo

 

Dopo la conquista della Macedonia da parte dei Romani (168 a.C.), la Grecia era di fatto diventata provincia dell’Impero romano. Roma cominciò ad accogliere e a coltivare la filosofia greca, che divenne un elemento indispensabile della cultura romana, e dal canto suo, la filosofia greca venne gradualmente adattandosi alla mentalità romana. Ma questa era una mentalità pratica, poco adatta a dar rilievo a divergenze teoretiche dalle quali non scaturisse una differenza nella condotta pratica.
Da qui la nascita dell’eclettismo (da eklégo, scegliere): un indirizzo filosofico mirato a ricercare i principi teorici comuni alle dottrine dei vari indirizzi e a creare un’unica dottrina. In altre parole, l’eclettismo voleva armonizzare in un’unica dottrina le dottrine delle diverse scuole. I principi venivano scelti secondo il criterio consensus gentium, un criterio secondo il quale dovevano essere scelti i principi che riscuotevano il consenso generale. L’indirizzo eclettico comparve per la prima volta nella scuola stoica, dominò a lungo nell’Accademia e fu accolto anche dalla scuola peripatetica. Solo gli epicurei si mantennero estranei all’eclettismo, rimanendo fedeli alla dottrina del maestro.

 

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