Ricerca del principio

 

La filosofia nasce prima nelle colonie ioniche greche poi in madrepatria. Infatti in Asia Minore si era sviluppata una società dinamica, causata da un cambiamento economico (sviluppo dei commerci), sociale (nascita del ceto plutocratico) e politico (nascita della democrazia), favorevole alla diffusione della filosofia. La prima scuola filosofica nasce a Mileto. Qui i filosofi si convincono che alla base della molteplicità dei fenomeni naturali esiste una realtà unica ed eterna, di cui i fenomeni sono manifestazione. Essi chiamano tale realtà arché (= principio), intendendo, con questo concetto, la materia da cui tutte le cose derivano e la forza o legge che spiega la loro nascita e morte. Da ciò l’ilozoismo e il panteismo di questi primi filosofi:
• l’ilozoismo (dal greco “materia vivente”) ritiene che la materia primordiale sia fornita di una forza intrinseca che la fa muovere;
• il panteismo (dal greco “tutto è Dio”) tende a identificare il principio eterno del mondo con la divinità.

1. I FILOSOFI DI MILETO
I filosofi di Mileto sono detti naturalisti, poiché cercano di spiegare la natura con la natura. Essi sono: Talete, Anassimandro e Anassimene.

1.1 TALETE. Talete, nato a Mileto (624-546 a.C.), è il fondatore della scuola ionica. Egli, oltre che filosofo, fu uomo politico, astronomo, matematico e fisico. Non pare che abbia lasciato scritti filosofici. Dobbiamo ad Aristotele la conoscenza della sua dottrina fondamentale: il principio è l’ACQUA.
Gli argomenti a sostegno di questa tesi sono:
1. la terra sta sopra l’acqua;
2. il nutrimento di ogni cosa è umido;
3. i semi di tutte le cose hanno una natura umida.
L’argomento proprio di Talete è il primo, gli altri due argomenti sono congetture di Aristotele, che ipotizza che il secondo e il terzo argomento abbiano portato Talete ad affermare il primo. Ovvero: Talete, osservando che il nutrimento di ogni cosa è umido e che i semi di tutte le cose hanno una natura umida, ha pensato che la terra stesse sopra l’acqua ed ha identificato, quindi, l’arché con l’acqua.

1.2. ANASSIMANDRO. Anassimandro, nato a Mileto (610-547 a.C.) fu contemporaneo di Talete. Egli fu il primo ad utilizzare il termine arché per indicare la sostanza unica e riconobbe il principio nell’ápeiron. L’ÁPEIRON è una materia indeterminata, illimitata ed eterna. Questo principio abbraccia e governa ogni cosa, da esso tutte le cose hanno origine e in esso tutte le cose si dissolvono. L’ápeiron è animato da un movimento vorticoso ed eterno, in virtù del quale si separano da esso i contrari: caldo e freddo, secco e umido ecc. Tale processo è detto separazione: grazie ad esso si generano infiniti mondi che si succedono secondo un ciclo eterno. Per ogni mondo, il tempo della nascita, della durata e della fine è segnato, poiché la legge dell’ápeiron è una legge di giustizia. La creazione di tutti gli esseri viventi è considerata un’ingiustizia, poiché:
• la nascita è la separazione dell’essere dalla sostanza infinita e questa separazione è la rottura dell’unità propria dell’infinito;
• conseguenza della separazione è la nascita delle diversità e del contrasto, là dove erano omogeneità ed armonia.
Ciò è considerato una colpa da scontare con la morte, che riporta l’eterna giustizia, con essa, infatti, tutto ciò che era nato dall’unità ritorna all’unità. Così si crea un ciclo. Caratteristiche dell’ápeiron sono infatti la circolarità e la ciclicità del processo cosmico.

1.3. ANASSIMENE. Anassimene, nato a Mileto (590-525 a.C.), riconosce come principio una materia determinata: l’ARIA. Ad essa attribuisce i caratteri del principio di Anassimandro: l’infinità e il movimento incessante. L’aria è concepita come elemento dal quale derivano e ritornano tutte le cose del mondo. Il filosofo vedeva nell’aria la forza che anima il mondo: “Come l’aria è il principio di vita dell’uomo, così l’aria è il principio di vita per il mondo”. La legge di questo principio è formata da due processi:
rarefazione, col quale l’aria diventa fuoco;
condensazione, col quale l’aria diventa vento, poi nuvola e condensandosi ancora, acqua, terra e quindi pietra.
Anassimene è considerato il più naturalista dei naturalisti proprio perché, per spiegare la natura, fa appello alla materia e ai suoi processi.

 

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