Spiritualismo e Bergson

 

1. LO SPIRITUALISMO
Lo spiritualismo costituisce la prima reazione al positivismo, una reazione che utilizza uno strumento che il positivismo aveva completamente trascurato: l’auscultazione interiore o coscienza. Questa corrente riconosce il compito proprio e specifico della filosofia nella descrizione e nella spiegazione dei dati della coscienza.
L’opera di Bergson si presenta come la massima  espressione dello spiritualismo francese.
Henri Bergson nacque a Parigi il 18 ottobre 1859 e morì il 4 gennaio 1941. Il suo primo scritto è il Saggio sui dati immediati della coscienza che già nel titolo mostra quello che sarà il metodo della filosofia bergsoniana: liberare dalle strutture intellettuali fittizie la vita originale della coscienza per attingerla nella sua purezza. La seconda opera, Materia e memoria, è dedicata allo studio dei rapporti tra corpo e spirito. L’evoluzione creatrice è l’opera principale, dedicata a illustrare la natura della vita come una corrente di coscienza che s’insinua nella materia asservendola a sé ma rimanendone anche limitata e condizionata.
 

2. LA TEORIA DEL TEMPO
Una delle teorie più originali di Bergson è la distinzione tra tempo della scienza e tempo della vita.
La scienza pensa il tempo analogamente allo spazio, cioè omogeneo, discreto e misurabile: infatti il tempo della scienza è costituito da istanti tutti uguali, ben distinti tra loro, che si susseguono in un determinato ordine. È un tempo reversibile, poiché un esperimento può essere ripetuto e osservato un numero indefinito di volte.
Il tempo della vita è qualcosa di concreto e di interiore e di identifica con la durata. Consta di istanti qualitativamente diversi che so compenetrano e si sommano fra di loro, alla maniera di una valanga.
Per cui, mentre il tempo della scienza trova la sua immagine in una collana di perle, tutte uguali e distinte tra loro, l’immagine del tempo della vita è il gomitolo di filo (o la valanga), che continuamente muta e cresce su se medesimo. Questa conservazione totale è nello stesso tempo una creazione totale, giacché in essa ogni momento, pur essendo il risultato di tutti i momenti precedenti, è assolutamente nuovo rispetto ad essi. La vita spirituale è perciò autocreazione e libertà e coloro che credono di poter trovare le cause delle azioni spirituali immaginano il tempo come spazio e riducono lo spirito a materia.
 

3. SPIRITO E CORPO: MATERIA E MEMORIA
In Materia e memoria Bergson studia i rapporti tra spirito e corpo. Egli distingue tra memoria, ricordo e percezione. La memoria è la coscienza stessa, che registra automaticamente tutto ciò che accade, anche ciò di cui non abbiamo consapevolezza. Il ricordo è la materializzazione, operata dal cervello, di un evento del passato. La percezione agisce come un filtro selettivo di dati, in vista delle esigenze dell’azione. Quindi la relazione tra spirito e corpo consiste nel fatto che ogni esperienza diventa memoria (corpo → spirito) e in ogni esperienza la memoria guida l’azione (spirito → corpo). In questo modo Bergson ha continuato a presupporre il dualismo tra spirito e corpo.
 

4. LO SLANCIO VITALE
Ne L’evoluzione creatrice Bergson delinea la differenza tra la vita umana e la vita della natura. Mentre l’uomo può vivere una sola vita e quindi deve fare delle scelte, la natura non è costretta a simili sacrifici: essa conserva le tendenze che si sono a un certo punto biforcate e crea serie divergenti di specie che si evolvono separatamente. In altri termini la vita della natura si sviluppa «come un fascio di steli» creando direzioni divergenti fra le quali si divide il suo slancio originario. La vita animale porta alle forme più perfette d’istinto e d’intelligenza. L’istinto si può definire come la facoltà di utilizzare o costruire strumenti organizzati (gli organi corporei); l’intelligenza invece si può definire come la facoltà di fabbricare gli strumenti artificiali. Ma l’intelligenza, e quindi la scienza, fotografa la realtà non rendendo adeguatamente l’essenza della vita che è slancio.

 

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