Jonathan Swift

LIFE (1667 - 1745)
Jonathan Swift was born in Dublin in 1667. He moved to England in 1689, when he became secretary to Sir William Temple. The Swift decided to take Holy Orders. He returned to Ireland as the chaplain of the Lord Justice of Ireland. In 1701 he published his first political tract and in 1704 his reputation was increased when he published two satires: A tale of a Tub and The Battle of Books. His most famous work, Gulliver’s Travels, was an instant success. In the last sixteen years of his life, Swift became isolated and then he was declared insane. He died in 1745.


ACHIEVEMENT
Swift literary production was prolific, and his most important works are:
•  The Battle of Books, on the controversy between modern and ancient writers;
•  A Tale of a Tub, a satire that describes the failing of the Protestant, Catholic and Presbyterian Churches, represented by Martin, Peter and Jack;
•  Cadenus and Vanessa, a poem on the love of Cadenus for Vanessa;
•  The Lady’s Dressind Room;
•  Journal to Stella, a collection of letters;
•  Gulliver’s Travels.

 

Gulliver’s Travels

The very form of Gulliver’s Travels is a parody of a sub literary genre: mariner’s tales. Swift uses the description of the voyages of Lemuel Gulliver to criticize absurdities of life. Ever since Thomas More’s Utopia, writers have understood that one of the most effective ways to criticize society is to describe a foreign world, where defects of the real world are exaggerated until they seem absurd. This is exactly what Swift does with Gulliver’s Travels.
Gulliver’s Travels is divided into four parts, each of which describes a different journey.
In  part one we are introduced to Lilliput, a land peopled by minute beings who are at war with the neighboring state of Blefuscu.
In part two Gulliver describes the journey to Brobdingnag, the land of the giants. This time is Gulliver who emerges as an inferior being.
Part three concerns the flying island of Laputa and the desolate country of Balnibarbi.
In the fourth part Gulliver is abandoned on an unknown beach. Here he meets the Yahoos, men-like apes and the Houyhnhnms, intelligent horses. In this world the horses are rational creatures, while the men are trapped in unreasoning bestiality.

 

From Gulliver’s Travels, MAD SCIENTISTS

Traduzione

[…] Il primo uomo che vidi era di aspetto magro, con le mani e la faccia fuligginose, la barba e i capelli lunghi, stracciato e bruciacchiato in varie parti. I suoi vestiti, la camicia e la pelle erano tutti dello stesso colore. Era stato otto anni su un progetto per estrarre raggi solari dai cetrioli, che avrebbe racchiusi in fiale ermeticamente sigillate, e li avrebbe fatti uscire per riscaldare l’aria in estati fredde e inclementi. Mi disse che non dubitava che in otto anni sarebbe stato in grado di fornire ai giardini del governatore la luce solare a un prezzo modico; ma si lamentò che i suoi fondi fossero limitati e mi implorò di dargli qualcosa a titolo d’incoraggiamento del suo ingegno, specialmente considerato che era stata una stagione in cui i cetrioli erano stati molto cari. Gli feci un piccolo dono, poiché il mio accompagnatore mi aveva fornito denaro a questo scopo, perché conosceva bene la loro pratica di chiedere denaro a tutti quelli che li vanno a visitare.
Entrai in un’altra stanza, ma fui rapido a tornare indietro, poiché ero stato quasi sopraffatto da una terribile puzza. La mia guida mi spinse avanti, sussurrandomi di non recare offesa, che avrebbe provocato grande risentimento; e quindi non osai nemmeno tapparmi il naso. Il progettista di questa cella era il più anziano studente dell’accademia. Il suo viso e la barba erano di un colore giallo pallido, le mani e i vestiti erano imbrattati di sporcizia. Quando gli venni presentato, lui mi abbracciò stretto (un omaggio di cui avrei ben potuto fare a meno). La sua occupazione fin dal suo ingresso nell’accademia era un intervento per riportare gli escrementi umani ai cibi originari, scomponendo le varie sostanze, eliminando il colore che ricevevano dal fiele, facendo esalare l’odore, e filtrando la saliva. Riceveva ogni settimana dalla società un recipiente pieno di escrementi umani, della grandezza circa di una botte di Bristol.
Ne vidi un altro al lavoro per calcinare il ghiaccio in polvere da sparo, il quale mi mostrò anche un trattato che aveva scritto concernente la malleabilità del fuoco, che intendeva pubblicare. C’era un architetto di sommo ingegno che aveva progettato un nuovo metodo per costruire le case cominciando dal tetto e scendendo alle fondamenta, che giustificò con la pratica analoga di quei due insetti assennati, le api e i ragni. C’era un uomo nato cieco, che aveva diversi apprendisti nelle sue stesse condizioni; la loro occupazione era di mescolare i colori per i pittori, che il loro maestro insegnava loro a distinguere al tatto e all’odorato. Fu davvero una mia sfortuna trovarli in quel momento non molto impeccabili nelle loro lezioni, e allo stesso professore accadde di commettere errori diffusi: questo artista riceve l’incoraggiamento e la stima dell’intera confraternita. […]
Entrai in un’altra stanza, dove le pareti e il soffitto erano interamente ricoperti di ragnatele, tranne uno stretto passaggio affinché l’artista entrasse e uscisse. Quando entrai, mi gridò di non rovinargli le sue ragnatele. Lamentò il fatale errore nel quale la gente era incorsa per tanto tempo, avendo usato bachi da seta, mentre avevamo così tanti insetti domestici, che immensamente superavano i bachi, perché sapevano come tessere oltre che filare. E suggerì inoltre che, impiegando i ragni, la spesa di tingere la seta sarebbe stata interamente risparmiata; della qual cosa fui interamente convinto quando mi mostrò un gran numero di mosche dai colori più splendidi, con le quali nutriva i suoi ragni, assicurandoci che le ragnatele avrebbero ottenuto la colorazione da esse, e poiché ne aveva di tutte le sfumature, sperava che avrebbero soddisfatto i desideri di chiunque, sempre che potesse trovare cibo adatto per le mosche, certe resine, oli e altre sostanze appiccicose, per dare forza e resistenza ai fili.

 

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