Positivismo

 

1. POSITIVISMO
Il positivismo è un movimento filosofico e culturale caratterizzato dall’esaltazione della scienza, vista come strumento di progresso dell’umanità. Nasce in Francia nella prima metà dell’Ottocento e si impone, a livello europeo, nella seconda metà del secolo influenzando tutti gli aspetti della cultura. Il termine “positivo”, da cui deriva il nome di questa corrente, fu usato per la prima volta da Saint-Simon e ripreso da Comte, considerato il padre del positivismo. Tale termine viene assunto in due significati fondamentali:
• “positivo” è ciò che è reale, concreto, osservabile in opposizione a ciò che è astratto, chimerico, metafisico;
• “positivo” è ciò che è fecondo, utile in opposizione a ciò che è inutile e ozioso.
Il positivismo, pur essendo un movimento eterogeneo appare caratterizzato da una celebrazione della scienza, che si concretizza in una serie di convinzioni di fondo:
1. La scienza è l’unica conoscenza possibile e il metodo della scienza è l’unico valido
2. Non avendo oggetti propri, la filosofia tende a coincidere con l’enunciazione dei principi comuni alle varie scienze. La funzione della filosofia consiste quindi nel riunire e nel coordinare i risultati delle singole scienze, in modo da realizzare una conoscenza unificata e generalissima
3. Il metodo della scienza, in quanto è l’unico valido, va esteso a tutti i campi, compresi quelli che riguardano l’uomo e la società
4. Il progresso della scienza rappresenta la base del progresso umano e lo strumento per il superamento di tutto le difficoltà.
 

2. LE VARIE FORME DI POSITIVISMO
Tradizionalmente nel positivismo si sono distinti due movimenti di fondo, aventi Darwin come spartiacque:
Positivismo sociale, tipico della prima metà dell’Ottocento e rappresentato soprattutto da Saint-Simon, Comte e Stuart Mill
Positivismo evoluzionistico, sviluppatosi nella seconda metà del secolo quando la filosofia fa propria la nozione di evoluzione di Darwin e la applica alla storia e all’universo.
Nella prima metà dell’Ottocento il positivismo si pone come proposta di superamento di una “crisi” socio-politica e culturale (quella post-illuministica e post-rivoluzionaria). Comte tenta di uscire dalla crisi proponendo una sociocrazia, un modello di società illiberale e organicistica.
Nella seconda metà del secolo il positivismo si presenta come riflesso e stimolo di un progresso in atto. Fa una proposta politica di tipo liberale poiché identifica il progresso con il trionfo del liberalismo, cioè si rende conto che il progresso in atto dipende dalle istituzioni politiche liberali di vari stati europei. Inoltre, mentre nella prima metà del secolo il positivismo appare oscurato dalla filosofia egemone romantico-idealistica, il positivismo della seconda metà del secolo diviene la filosofia dominante della cultura europea.
 

3. POSITIVISMO E ILLUMINISMO
Il positivismo si configura come una ripresa del programma illuministico all’interno della nuova situazione storico-sociale post-rivoluzionaria, caratterizzata dall’avvento del capitalismo industriale e dallo sviluppo delle scienze e della tecnica. Questa tesi presuppone quindi delle affinità e delle differenze nei confronti dell’Illuminismo. Tra le affinità vie è:
a. La fiducia nella ragione e nel sapere, concepiti come strumenti di progresso;
b. L’esaltazione della scienza a scapito della metafisica e di ogni sorta di sapere non verificabile;
c. La visione laica della vita.
Nello stesso tempo, positivisti e illuministi differiscono per alcuni atteggiamenti di fondo:
a. Mentre gli illuministi furono promotori degli interessi economico-politici della borghesia in ascesa contro l’aristocrazia dominante, i positivisti sostengono gli interessi della borghesia dominante (dal punto di vista economico e politico) contro il proletariato.
b. Illuminismo e positivismo si diversificano anche per una dissimile maniera di intendere il compito della filosofia nei confronti della scienza. Infatti per gli illuministi il compito della filosofia è quello di giustificare il valore del sapere scientifico; per i positivisti invece il sapere scientifico non ha bisogno di giustificazione e il compito della filosofia è coordinare i risultati delle scienze per avere una visione enciclopedica della realtà.
c. Illuminismo e positivismo si differenziano per un diverso modo di rapportarsi alla scienza. Infatti, mentre negli illuministi l’appello al sapere scientifico serve per annullare le antiche credenze della metafisica e della religione, nei positivisti il richiamo alla scienza si concretizza in una riedificazione di certezze assolute.
d. Illuminismo e positivismo si differenziano anche per un diverso valore della scienza. Mentre gli illuministi con Hume erano giunti allo scetticismo, i positivisti assolutizzano la scienza.
 

4. POSITIVISMO E IDEALISMO ROMANTICO
Idealismo romantico e positivismo sono per molti aspetti sue filosofie profondamente diverse a partire dall’origine (il primo nasce nella Germania pre-industriale, il secondo ella Francia industrializzata) e dai riferimenti culturali (il primo si rifà al kantismo, il secondo all’Illuminismo). Nonostante consistenti differenze ci sono anche forti analogie:
a. Atteggiamento assolutizzante: come gli idealisti hanno assolutizzato la filosofia, così i positivisti hanno assolutizzato la scienza
b. Schema interpretativo della realtà: sia idealisti che positivisti credono che la realtà sia una totalità processuale necessaria e che il finito sia manifestazione necessaria della totalità.
Tale totalità necessaria è chiamata idea da Hegel, umanità da Comte, inconoscibile da Spencer e il fine verso cui tale totalità procede è per Hegel l’idea che si fa Spirito, per Comte è la sociocrazia e per Spencer è l’umanità altruistica.

 

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