Il verbo

 

Il verbo in latino, come in italiano, è la parte fondamentale del discorso e ha la funzione di indicare l’azione che il soggetto compie o subisce, l’esistenza o lo stato del soggetto stesso, il rapporto tra soggetto e nome del predicato. Caratteristica principale del verbo è la sua grande variabilità: esso si flette, cioè modifica la sua parte finale, assumendo molte forme. L’insieme di tali forme si chiama coniugazione.

 

IL MODO
Anche nella lingua latina, come in quella italiana, il modo segnala l’atteggiamento di chi parla o scrive rispetto all’azione espressa dal verbo e rispetto all’interlocutore. Alcuni modi sono finiti, ossia “completi”, in quanto hanno desinenze proprie che segnalano ogni persona e numero, altri sono indefiniti, ossia “incompleti”, in quanto sono privi delle desinenze che segnalano la persona. Ecco il prospetto dei modi verbali con il raffronto tra le due lingue.

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IL TEMPO
Il tempo dei verbi indica il momento in cui un’azione si svolge o una situazione è in essere, collocandola nel presente, nel passato o nel futuro. I tempi in latino sono sei:
• Presente
• Imperfetto
• Futuro semplice
• Perfetto
• Piuccheperfetto
• Futuro anteriore
L’opposizione fondamentale del sistema temporale latino è quella tra il sistema del presente, ossia i tempi derivati dal presente (presente, imperfetto, futuro semplice), e il sistema del perfetto, ossia tempi derivati dal perfetto (perfetto, piuccheperfetto, futuro anteriore). Un terzo sistema è quello del supino da cui derivano il participio perfetto e il participio futuro.

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• Supino, gerundio e gerundivo non hanno distinzioni temporali.
• Le differenze più importanti tra i tempi latini e quelli italiani consistono nel perfetto indicativo, che svolge le funzioni di tre tempi passati italiani (passato prossimo, passato remoto e trapassato remoto), e nell’imperfetto e piuccheperfetto congiuntivo, che svolgono le funzioni del condizionale italiano.
• Si noti che il latino, a differenza dell’italiano, presenta l’imperativo futuro (di norma usato per indicare ordini nelle leggi).

 

IL NUMERO E LA PERSONA
Come in italiano, il verbo latino si coniuga secondo due numeri (singolare e plurale) e tre persone (1°, 2°, 3°):
• 1ᵃ persona singolare: io
• 2ᵃ persona singolare: tu
• 3ᵃ persona singolare: egli, ella, esso
• 1ᵃ persona plurale: noi
• 2ᵃ persona plurale: voi
• 3ᵃ persona plurale: essi, esse

 

GLI ELEMENTI COSTRUTTIVI DELLA VOCE VERBALE
Ogni voce verbale latina è costituita da una parte fissa, invariabile (tema verbale) e da una parte variabile (desinenza) che, nei modi finiti (indicativo, congiuntivo, imperativo), indica la persona e il numero della voce verbale stessa. In alcuni casi fra tema e desinenza si trova un suffisso modale-temporale, l’elemento che contrassegna il tempo e, a volte, anche il modo. Ecco un esempio raffrontato con l’italiano:

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LE QUATTRO CONIUGAZIONI
Se si escludono il verbo sum (sono), che ha una sua coniugazione particolare, e altri verbi irregolari, i verbi latini regolari sono suddivisi in quattro coniugazioni, riconoscibili dalla terminazione dell’infinito presente. Tale terminazione è costituita dalla vocale tematica caratteristica delle diverse coniugazioni (-a, -ē, -ĕ, -i) unita alla desinenza dell’infinito -re. I verbi che frappongono una vocale tematica di collegamento tra la radice e la desinenza si dicono tematici. Invece quelli che uniscono direttamente la desinenza alla radice si dicono atematici.

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La differenza fra la seconda e la terza coniugazione consiste nella diversa quantità della penultima sillaba delle terminazioni che determina la pronuncia della parole latina: dunque monēre si pronuncerà monére, mentre dicĕre verrà pronunciato dìcere.

 

I TEMI E LA FORMAZIONE DEI TEMPI VERBALI
In ogni verbo latino vi sono tre temi fondamentali, cioè tre parti fisse fissa cui derivano poi le voci di tutti i tempi verbali:
Tema del presente
Tema del perfetto
Tema del supino
Per conoscere i temi fondamentali di un verbo, occorre cercarne il paradigma (dal greco paràdeigma, modello, esempio), ossia il prospetto delle forme fondamentali da cui si risale a tutte le altre. Il paradigma comprende:
• la 1ᵃ e la 2ᵃ persona singolare dell’indicativo presente che forniscono il tema del presente;
• la 1ᵃ persona singolare dell’indicativo perfetto che fornisce il tema del perfetto;
• il supino in -um (supino attivo) che fornisce il tema del supino;
• l’infinito presente che indica a quale coniugazione appartiene il verbo.
Come si può vedere, quando è noto il paradigma di un verbo è facile risalire ai tre temi fondamentali:
• per individuare il tema del presente si toglie la desinenza -re dall’infinito presente attivo;
• per individuare il tema del perfetto si toglie la desinenza -i dalla 1ᵃ persona singolare dell’indicativo perfetto;
• per individuare il tema del supino si toglie la desinenza -um dal supino attivo.

 

Dai tre principali temi verbali derivano tutti gli altri tempi:
TEMA DEL PRESENTE
Indicativo (attivo e passivo): presente, imperfetto, futuro semplice
Congiuntivo (attivo e passivo): presente, imperfetto
Imperativo (attivo e passivo): presente, futuro
Infinito (attivo e passivo): presente
Participio: presente
Gerundio
Gerundivo

TEMA DEL PERFETTO
Indicativo (solo attivo): perfetto, piuccheperfetto, futuro anteriore
Congiuntivo (solo attivo): perfetto, piuccheperfetto
Infinito (solo attivo): perfetto

TEMA DEL SUPINO
Indicativo (solo passivo): perfetto, piuccheperfetto, futuro anteriore
Congiuntivo (solo passivo): perfetto, piuccheperfetto
Infinito: futuro (attivo e passivo), perfetto (passivo)
Participio: futuro, perfetto
Supino (attivo e passivo)

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