Romanticismo

 

1. ROMANTICISMO
Negli ultimi decenni del Settecento in Germania si rafforza sempre più un filone di pensiero apertamente polemico verso l’Illuminismo e il Kantismo. Alla ragione finita che aveva rinunciato ad oltrepassare l’esperienza per attingere la vera realtà, viene contrapposto un altro organo di conoscenza: il sentimento e la fede, o intuizione mistica. I primi a proporre ciò furono Hamann e Herder. La filosofia della fede vide la sua massima espressione nel movimento culturale dello Sturm und Drang (Tempesta ed Impeto).
 

2. HUMBOLDT
Humboldt si ispira ad Herder. Egli ci fornisce una filosofia della storia, cioè un’interpretazione della storia umana: egli afferma che la storia è la progressiva realizzazione dello spirito umano, ovvero dell’ideale forma umana. Quindi per Humboldt la storia è lo sforzo dell’IDEA di farsi realtà. L’idea è appunto l’ideale forma umana che risulta essere il motore, ovvero la causa di tutto e allo stesso tempo è anche il fine della storia.
 

3. CARATTERI GENERALI DEL ROMANTICISMO
Con il termine “romanticismo” si indica il movimento culturale nato in Germania negli ultimi anni del Settecento e diffusosi in Europa nei primi decenni dell’Ottocento. Sono state elaborate due interpretazioni di romanticismo:
ACCEZIONE RISTRETTA. Il romanticismo è un movimento culturale che esalta il sentimento ed è rappresentato dal circolo tedesco di Jena. Questa definizione non è però soddisfacente perché evidenzia solo gli aspetti letterari ed artistici escludendo quello filosofico.
ACCEEZIONE AMPIA. Il romanticismo tende a configurarsi come un’atmosfera o una temperie o una spiritualità, ossia come una situazione mentale generale costituita da vari atteggiamenti e idee che si possono definire tutti romantici.
 

4. CIRCOLO DI JENA
Storicamente il Romanticismo tedesco, cuore e centro propulsore del  movimento, ha come luogo di formazione la città di Jena e trova i suoi animatori ed esponenti di punta in Friedrich von Schlegel e nel fratello August von Schlegel. Gli Schlegel furono in rapporto ance con Fichte, a cui fu attribuita la paternità ideale del movimento romantico; nonché con Schelling, che a un cero punto parve la maggiore incarnazione filosofica delle nuove idee. Hegel, amico di Schelling, ebbe modo di conoscere le dottrine estetiche e filosofiche del cenacolo degli Schlegel, che in seguito criticò aspramente, pur essendo influenzato dal generale clima romantico.
 

5. TRATTI DEL ROMANTICISMO
Se si accetta la seconda interpretazione del Romanticismo sembra difficile elencare i tratti costitutivi del romanticismo. Tant’è vero che parecchi studiosi vi rinunciano programmaticamente, parlando della pratica impossibilità di racchiudere in una definizione o in una serie di formule l’essenza del romanticismo. Si possono comunque tracciare alcuni tratti tipici della mentalità romantica.

5.1. PRIMO TRATTO. I romantici rifiutano la ragione illuministica (quella ragione finita che rinuncia ad oltrepassare l’esperienza per rispondere a domande circa l’assoluto) perché, non solo è colpevole del “bagno di sangue” della Rivoluzione francese e del militarismo napoleonico, ma è anche considerata incapace di conoscere l’assoluto. Di conseguenza i romantici cercano altre vie d’accesso all’assoluto. Taluni, soprattutto poeti ed artisti, ritengono che la via di accesso all’assoluto sia il sentimento. Tuttavia il sentimento non è presente in tutti nello stesso modo: sono gli artisti ad essere capaci di un sentire più intenso, che possono comprendere l’essenza del mondo. Per questo la via d’accesso all’assoluto è l’ARTE. L’artista, in particolare il poeta, è il vero conoscitore del mondo e anticipa e completa il discorso del filosofo. Queste idee che assegnano al sentimento e all’arte la capacità di conoscere il mondo sono concettualizzate da Schelling nell’espressione «l’arte è l’organo dell’assoluto», nel senso che l’assoluto si rivela a noi attraverso l’arte. La realtà che si manifesta nell’arte è un’attività artistica, cioè un’attività creativa, libera, consapevole e inconsapevole. Per cui l’estetica romantica è un’estetica della creazione in libertà, senza alcun vincolo.
Le arti che esprimono al meglio l’assoluto sono la poesia e la musica. L’arte, oltre ad essere strumento di conoscenza, è anche il modo per combattere il dolore che deriva dalla caoticità del mondo. Accade però che queste idee, proprio negli stessi propositori, diventano insufficienti. L’estetismo romantico, che aveva assolutizzato l’arte credendo che attraverso essa si potesse conoscere l’assoluto e trovare la quiete dell’anima, va in crisi. Si cerca allora un’altra via d’accesso all’assoluto e la si trova nella fede.
Alcuni romantici aderiscono ad una visione di tipo naturalistico che fa coincidere Dio con l’universo (=panteismo) rimanendo così nell’ambito di una religiosità meta-confessionale. Altri invece aderiscono ad una visione di tipo trascendentistico credendo in un Dio trascendente e convertendosi alle religioni tradizionali.
Il filosofo Hegel, criticando i romantici e le loro idee, afferma che è la ragione che conosce l’assoluto. Quella di Hegel però non è come la ragione proposta dall’empirismo e da Kant, ma è una ragione che oltrepassa i limiti dell’esperienza operando un salto metafisico. Infatti la ragione di Hegel:
a) va oltre la superficie del reale e ne coglie le strutture profonde;
b) capta l’infinito;
c) spiega le parti in relazione al tutto (nel senso che pensa il singolo ente inserito nel tutto);
d) coglie la dimensione processuale della realtà (= la realtà non è immobile ma è un processo da cogliere nella sua totalità).
Tale tipo di ragione è chiamata ragione dialettica.

5.2. SECONDO TRATTO. I romantici, non accontentandosi delle realtà finite, che sono caduche e transitorie, cercano ovunque l’infinito (o oltre-limite o assoluto) ovvero ciò che non cade nello spazio e nel tempo. Tutti d’accordo nell’assegnare all’infinito il ruolo di protagonista principale dell’universo culturale, i romantici si differenziano per il diverso modo di intendere l’infinto e di concepirne i rapporti con il finito. Due sono i modi di concepire l’infinito: il panteismo e il trascendentismo. Secondo il panteismo l’infinito vive nel finito, sia se si intende l’infinito alla maniera di un panteismo naturalistico (che identifica l’infinito con la natura) sia alla maniera di un panteismo idealistico (che identifica l’infinito con lo spirito umano), per il trascendentismo l’infinito si distingue dal finito, pur manifestandosi in esso. Ovviamente, mentre il panteismo si accompagna a una religiosità cosmica, diversa dalle fedi positive, il trascendentismo suole accompagnarsi all’accettazione di qualche religione storica, come succede nel secondo Schlegel, il cui teismo e cristianesimo vanno pari passo e si concretizzano in una conversione alla Chiesa Cattolica.
L’aspirazione romantica all’oltre-limite porta a concepire la vita come inquietudine alimentata dalla brama d’infinito che essendo una meta imprecisata e irraggiungibile, porta appunto all’inquietudine dell’animo. L’espressione germanica Sehnsucht, che può essere tradotta in italiano con “desiderio”, “brama appassionata”, sintetizza l’interpretazione dell’uomo come desiderio e mancanza, ossia come un desiderio frustato verso qualcosa che sempre sfugge. La Sehnsucht si accompagna a due atteggiamenti: l’ironia e il titanismo.
• L’IRONIA consiste nella “superiore” coscienza del fatto che ogni realtà finita risulta impari di fronte all’infinito. Come tale, l’ironia è una conseguenza diretta del principio romantico secondo il quale l’infinito può avere infinite manifestazioni, senza che nessuna gli sia veramente essenziale. L’ironia prende atto di ciò, poiché consiste nel non prendere “sul serio” le manifestazioni particolari dell’infinito in quanto queste sono solo provvisorie espressioni di esso.
• Il TITANISMO esprime invece un atteggiamento di sfida e di ribellione, proprio di chi si propone di combattere, pur sapendo che alla fine risulterà perdente e incapace di superare le barriere del finito. Talora il titanismo mette capo al suicidio, visto come atto di sfida estrema verso il destino. Esso è detto anche “prometeismo” in quanto i romantici vedono in Prometeo (il mitico titano greco che rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini e che fu condannato per questo ad avere perennemente il fegato divorato da un’aquila) il simbolo della ribellione.
L’anelito verso l’infinito si accompagna alla tendenza all’evasione dal quotidiano per vivere esperienze fuori dalla norma. Espressione di questo desiderio di fuga è l’evasione in mondi lontani nel tempo e nello spazio, che si concretizza nel culto dell’Ellade o nella riscoperta del Medioevo. L’evasione più significativa i romantici l’hanno compiuta nei mondi del sogno e dell’arte, ossia nello spazio senza limite dell’immaginazione.
Collegato al motivo dell’evasione è la figura romantica del “viandante”, che in fondo è un’altra manifestazione della Sehnsucht. Al contrario del “viaggiatore” illuminista che girava il mondo per conoscere, il viandante romantico erra inquieto verso un qualcosa di irraggiungibile e di inevitabilmente illusorio.
Un altro tema caratteristico del Romanticismo tedesco è quello dell’immediatezza felice e dell’armonia perduta, che scaturisce dal diffuso convincimento secondo cui la civiltà e l’intelletto avrebbero sradicato l’uomo da una situazione di primitiva spontaneità e simbiosi con la natura.
Questa teoria implica che la storia del mondo proceda da un’armonia perduta a un’armonia ritrovata, secondo uno schema triadico comprendente:
1. armonia iniziale: un tempo in cui uomo e natura vivono in simbiosi e ragione e istinto non si contrappongono
2. scissione intermedia: per colpa della civiltà l’uomo perde il contatto con la natura, la conseguenza per l’uomo è l’infelicità e l’inautenticità
3. ritrovata armonia: l’uomo desidera ricomporre l’unità con la natura.
Tale ricostruzione della vicenda umana è quindi un movimento lineare scandito in tre momenti: il primo positivo, il secondo negativo, il terzo risulta essere maggiormente positivo del primo poiché è stato arricchito dal secondo momento. Questa filosofia della storia viene spiegata da Hölderlin attraverso una serie di metafore. Hölderlin vive il secondo momento, da lui chiamato «tempo della povertà», e afferma che la sua epoca ha raggiunto il culmine della scissione, poiché “gli dei sono scomparsi e il giorno è tramontato”, in questa “notte”, come le sentinelle aspettano con ansia l’alba per finire il turno, così i poeti vegliano, aspettando i primi segnali della fine del tempo della scissione.

5.3. TERZO TRATTO. I primi due tratti della spiritualità romantica (rifiuto della ragione e brama d’infinito) sono tipici del Romanticismo letterario. Dalla filosofia, precisamente dall’idealismo, scaturisce la nozione di uomo.
L’uomo è inteso come attività creatrice, infinita e libera che si autoproduce e, nell’autoprodursi, crea tutte le cose. Da ciò si deduce che l’uomo è la causa e il mondo il suo effetto. Essendo che la causa di tutto è sempre stato Dio, allora a capo di questa teoria dell’uomo vi è l’equazione Io = Dio. Tale teoria si trova per la prima volta nella Dottrina della scienza di Fichte. Ma tra l’Io di Fichte, e quindi dei filosofi, e l’Io dei letterati e poeti vi è una differenza:
• l’Io di Fichte è inteso come attività morale, e la moralità (secondo il concetto kantiano) implica un ostacolo da superare (essendo che la moralità viene concepita come lotta tra ragione e istinto)
• l’Io dei letterati e dei poeti è attività estetica che si esercita senza limiti.

5.4. QUARTO TRATTO. Un altro degli aspetti caratterizzanti del Romanticismo tedesco è l’interesse per la storia. La filosofia della storia romantica è chiamata storicismo e si oppone alla filosofia della storia degli Illuministi, detta anti-storicismo. L’opposizione fondamentale tra le due filosofie sta nel decidere chi è il soggetto della storia:
• gli Illuministi pensano che siano gli individui e le loro decisioni a fare la storia;
• i Romanantici pensano che il soggetto della storia sia la Provvidenza: un soggetto sovra individuale che può essere sia immanente sia trascendente.
Tale soggetto extraumano collega gli avvenimenti in successione in previsione di uno scopo. Vista così la storia è un processo complessivamente positivo, in cui non vi è nulla di irrazionale o inutile e nel quale ogni regresso è soltanto apparente. Infatti la storia o è un progresso nel quale ogni momento successivo supera il precedente in perfezione e razionalità, o è una totalità perfetta, in cui tutti i momenti sono ugualmente perfetti. Partendo da questa concezione i romantici criticano l’anti-storicismo per tre motivi:
1. la pretesa degli Illuministi di giudicare la storia e di rifiutare alcuni momenti, è romanticamente insostenibile perché processare la storia equivale a processare Dio, che nella storia si manifesta;
2. gli illuministi non riescono a capire che ogni momento della storia costituisce l’anello necessario di una catena processuale complessivamente positiva;
3. gli illuministi giudicano il passato alla luce dei valori del presente e ciò significa non riconoscere l’individualità e l’autonomia delle singole epoche, che hanno ognuna una specifica ragion d’essere in relazione alla totalità della storia. 
Conseguenza di questa visione è il giustificazionismo accompagnato dal tradizionalismo: i romantici non solo giustificano tutti gli avvenimenti della storia, ma, avendo una visione della storia provvidenziale e necessaria, considerano necessarie tutte le istituzioni del passato: la famiglia, i ceti sociali, la monarchia, lo Sato, la Chiesa.

Strettamente connessa allo storicismo è la filosofia politica romantica. Essa si divide in due fasi:
• inizialmente gli autori del Romanticismo tedesco, in particolare i partecipanti allo Sturm und Drang, sono portatori di istanze individualistiche e antistatalistiche;
• lo storicismo poi fa in modo che il pensiero politica pervenga al culto dell’autorità e legittimi per questo la Restaurazione.
Tuttavia una certa anima individualistica e libertaria del Romanticismo originario continua ad essere attiva. Per cui, se da un lato “romantico” ha potuto essere sinonimo di “conservatore”, dall’altro ha potuto divenire l’equivalente di “liberale” e di “patriota”. Questo bifrontismo politico risulta evidente nel concetto di culto della nazione. Esistono infatti due tipi di nazionalismo:
• il nazionalismo tedesco unisce al culto della nazione il primato della nazione tedesca e la visione organicistica dello stato. Questo nazionalismo porterà al nazionalismo aggressivi e fanatico di fine secolo e al nazismo;
• negli altri paesi europei il nazionalismo assume un significato liberal-democratico. Soprattutto in Italia si assiste a una saldatura fra il concetto di nazione e quello di libertà. Infatti, come si può notare in Mazzini, che rappresenta uno dei principali esponenti della cultura romantica italiana, il culto della nazione fa tutt’uno con il liberalismo, con la democrazia, con il patriottismo e con il principio dell’autodeterminazione nazionale.

5.5. QUINTO TRATTO.  Un altro dei grandi temi del Romanticismo tedesco è la natura. L’amore per la natura è un tratto ereditato dallo Sturm und Drang. Si traduce in una concezione della natura che si oppone alla visione meccanicistica e materialistica della scienza. Infatti i romantici intendono la natura come spirito in divenire.

 

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