L'avverbio


Gli avverbi sono una parte invariabile del discorso che si unisce a un altro elemento della frase per precisarne, completarne o modificarne il senso. Frequente è la presenza degli avverbi accanto ai verbi e da qui deriva il nome ad + verbum; essi tuttavia possono accompagnare anche un aggettivo o un altro avverbio. Gli avverbi presentano una grande varietà di forme, usi e significati, in base a quest’ultimo, gli avverbi si classificano in diverse categorie: modo, tempo, quantità, luogo ecc.


LA FORMAZIONE DEGLI AVVERBI
Alcuni avverbi sono primitivi, cioè non derivano da altre parole (come nunc, ora; heri, ieri; cras, domani), ma la maggior parte sono derivati da aggettivi. Essi si formano, di norma, nei seguenti modi:

dagli aggettivi della prima classe aggiungendo al tema il suffisso -e:
beatus, beat-i (beato):  beate (beatamente
piger, pigr-i (pigro):  pigre (pigramente)

dagli aggettivi della seconda classe aggiungendo al tema il suffisso -iter o -er (se l’uscita del genitivo è in -ntis):
fortis, fort-is (forte):  fortiter (fortemente)
diligens, diligent-is (diligente): diligenter (diligentemente)

I gradi dell'avverbio

Gli avverbi, che derivano da aggettivi con grado comparativo e superlativo, possono avere il grado comparativo e superlativo.

 

IL COMPARATIVO

IL COMPARATIVO DI MAGGIORANZA
Il comparativo di maggioranza coincide con il neutro singolare del comparativo dell’aggettivo corrispondente:

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IL COMPARATIVO DI UGUAGLIANZA
Il comparativo di uguaglianza si forma in modo analogo a quello degli aggettivi (tam … quam).

IL COMPARATIVO DI MINORANZA
Il comparativo di minoranza si forma in modo analogo a quello degli aggettivi (minus … quam).

LA COMPARAZIONE TRA AVVERBI
Quando si comparano due avverbi, si trovano costrutti analoghi a quelli degli aggettivi:
maggioranza: magis + primo avverbio + quam + secondo avverbio (o i due avverbi al comparativo);
minoranza: minus + primo avverbio + quam + secondo avverbio
uguaglianza: tam + primo avverbio + quam + secondo avverbio.

 

IL SUPERLATIVO
Gli avverbi formano il superlativo dal superlativo dell’aggettivo, sostituendo la terminazione -us, -a, -um con l’uscita invariabile -e.

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RICORDA
• Quando l’aggettivo corrispondente all’avverbio non presenta una forma propria di comparativo o superlativo, si ricorre rispettivamente a magis o maxime + avverbio al grado positivo.

• Anche gli avverbi che non derivano da aggettivi ma che, in rapporto al loro significato, possono presentare il comparativo e il superlativo, li formano con la stessa uscita che abbiamo visto:
diu (a lungo): diutius (più a lungo), diutissime (molto a lungo).

• Alcuni avverbi sono impiegati per rafforzare il comparativo o il superlativo di altri avverbi, i più comuni sono: longe (di gran lunga), aliquanto (alquanto), multo (molto), vel (anche, perfino). Quam  (il più possibile) rafforza solo il superlativo.

 

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