Le declinazioni dei nomi

 

I nomi latini sono suddivisi in cinque declinazioni, ognuna della quali presenta specifiche desinenze per i singoli casi. Ogni declinazione è caratterizzata dalla desinenza del genitivo singolare, diversa in ciascuna delle cinque declinazioni.
Il vocabolario latino riporta per ogni nome il nominativo singolare seguito, appunto, dalla desinenza del genitivo singolare, in modo da individuare la declinazione alla quale quel determinato nome appartiene.
 

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La prima declinazione

I nomi della prima declinazione si caratterizzano per:
• l’uscita in –a del nominativo singolare;
• l’uscita in –ae del genitivo singolare.
La maggior parte dei nomi appartenenti alla prima declinazione è di genere femminile, pochi i nomi maschili (per esempio, poeta,-ae; agricola,-ae; nauta,-ae); nessun nome è neutro.
 

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PARTICOLARITÀ DELLA PRIMA DECLINAZIONE

• Genitivo singolare in –as. Il genitivo singolare in –as viene usato, oltre al regolare –ae, con il nome familia nell’espressione pater (mater, filius, filia) familias, che si traduce padre (madre, figlio, figlia) di famiglia. È un antico genitivo che trova la sua origine elle formule giuridiche.
• Genitivo plurale in –um. Il genitivo plurale in –um coesiste con il regolare –arum nei sostantivi derivati dal greco (come amphora,-um; drachma,-um); nei composti terminanti in –cola e –gena (come caelicola,-um; terrigena,-um).
• Dativo e ablativo plurali in –abus. Sono usati, accanto al regolare –is, per nomi come filia, dea, serva, liberta, asina, quando è necessario distinguerli dalla corrispondente uscita della forma maschile appartenente alla seconda declinazione (che esce ugualmente in –is): fili-is et fili-abus (ai figli e alle figlie); serv-is et serv-abus (agli schiavi e alle schiave).
• Pluralia e singularia tantum. Nella lingua latina vi sono alcuni nomi ch hanno solo la forma plurale (pluralia tantum) e altri che hanno solo la forma singolare (singularia tantum).
 

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Tra i nomi che hanno solo il singolare ricordiamo i nomi astratti come sapientia,-ae; scientia,-ae.

• Nomi con significato diverso al singolare e al plurale. Alcuni sostantivi al plurale hanno un significato diverso rispetto a quello che hanno al singolare.
 

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La seconda declinazione

La seconda declinazione comprende molti nomi maschili e neutri e pochi nomi femminili. I nomi della seconda declinazione presentano al nominativo singolare terminazioni diverse:
-us : nomi maschili, pochissimi femminili e tre neutri;
-er/-ir : solo nomi maschili;
-um : nomi neutri.
Tutti questi nomi sono caratterizzati dall’uscita in –i del genitivo singolare.

NOMI IN –US
Nomi maschili e femminili
 

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• Solo nel gruppo dei nomi in –us la terminazione del vocativo singolare è diversa da quella del nominativo. Negli altri gruppo della seconda e in tutte le altre declinazioni, il vocativo singolare è sempre identico al nominativo.
• Tra i pochi nomi femminili, i più comuni sono: nomi di piante (da notare che i nomi di frutti sono neutri); alcuni nomi di città, isole e regioni; alcuni nomi derivati dal greco; i nomi comuni.
• Ci sono tre nomi neutri che presentano le uscite del nominativo, accusativo e vocativo singolari in –us : pelagius,-i (il mare), virus,-i (il veleno), vulgnus,-i (il volgo). Tali nomi non hanno il plurale, per il quale si ricorre ad altri termini: maria (mari), venena (i veleni).


NOMI MASCHILI IN –ĔR
I nomi in –er possono essere a loro volta ripartiti in due gruppi, in base alla presenza o alla assenza della -e- del nominativo singolare nel resto della declinazione: puer, pu-e-ri (il ragazzo) oppure faber, fab-ri (il fabbro). Tali nomi presentano le stesse terminazioni dei nomi in –us tranne che nel nominativo e nel vocativo singolari che sono uguali fra loro ed escono in –er.
 

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NOMI MASCHILI IN –IR
Si declinano come i nomi in -er. L’unica differenza è rappresentata dal nominativo e dal vocativo singolari che escono il -ir.
 

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NOMI NEUTRI IN -ŬM
Differiscono dai nomi in -us solo nei casi diretti dove presentano le seguenti terminazioni:
- nominativo, accusativo, vocativo singolari in -um;
- nominativo, accusativo, vocativo plurali in -a.
 

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IL SOSTANTIVO DEUS
Il nome deus è un caso particolare. La sua declinazione presenta le seguenti caratteristiche:
 

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Le forme più usate sono il nominativo e il vocativo plurali di e l’ablativo e dativo plurali dis; il genitivo plurale deum è di origine arcaica e viene utilizzato prevalentemente in poesia o in formule particolari (pro deum fidem, in nome degli dei). Il vocativo singolare di deus non si trova in epoca classica ed è sostituito dal vocativo di divus, cioè dive. La forma deus (o dee) per il vocativo singolare verrà usata solo dagli autori cristiani.
 

PARTICOLARITÀ DELLA SECONDA DECLINAZIONE
• Vocativo singolare in . Mentre i nomi in -us hanno la terminazione del vocativo singolare diversa rispetto a quella del nominativo, i due nomi comuni filius (il figlio) e genius (il genio), nonché i nomi propri terminanti in -ĭus, hanno la terminazione del vocativo singolare in anziché in -ĭĕ. I nomi propri in -īus conservano invece il vocativo singolare in -īĕ.
• Genitivo singolare in . Accanto alla terminazione -ĭī i nomi in -īus e -īum presentano l’uscita contratta in -ī.
• Genitivo plurale in -um. Come la prima, anche la seconda declinazione conserva nel genitivo plurale la terminazione arcaica -um (oltre a -orum) per alcuni gruppi di nomi:
- termini commerciali, indicanti valore o misura, come iugerum,-i, nummus,-i, sestertius,-ii, talentum,-i;
- nomi inseriti in formule ufficiali (magistrature, cariche militari ecc.), spesso composti di vir come triumvir,-i, faber,-bri (nell’espressione praefectus fabrum, il comandante dei genieri) e socius,-ii (nell’espressione praefectus socium, il comandante degli alleati);
- nomi di origine greca.
•  Pluralia tantum. Anche la seconda declinazione comprende, oltre a qualche singularia tantum come i nomi di materia (aurum,-i; argentu,-i), un gruppo di nomi pluralia tantum, tra i quali ci sono alcuni nomi di città. Ecco di seguito i più usati:
 

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• Nomi con significato diverso al singolare e al plurale. Alcuni nomi al plurale cambiano il significato rispetto al singolare.
 

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• Nomi con forme di genere diverso. Sono nomi che presentano forme di genere e (talvolta) significato diverso:
 

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La terza declinazione

La terza declinazione rappresenta un insieme particolarmente ricco e articolato di nomi; infatti, comprende la maggior parte dei sostantivi maschili, femminili e neutri del lessico latino. I nomi della terza declinazione si caratterizzano per:
• la varietà di terminazioni al nominativo singolare;
• la terminazione fissa in -is del genitivo singolare.
Ecco il prospetto delle possibili terminazioni dei nomi della terza declinazione:
 

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Hanno terminazioni identiche:
• nominativo e vocativo singolari (maschili e femminili);
• nominativo, accusativo, vocativo plurali (maschili e femminili);
• nominativo, accusativo e vocativo singolari (neutri);
• dativo e ablativo plurali (maschili, femminili e neutri).


NOMI PARISILLABI, IMPARISILLABI E I TRE GRUPPI DELLA TERZA DECLINAZIONE
I nomi della terza declinazione si dividono in tre gruppi che si differenziano fra loro:
• per le terminazioni dell’ablativo singolare (-e/-i);
• per le terminazioni del genitivo plurale (-um/-ium);
• per le terminazioni del nominativo, accusativo e vocativo neutro plurale (-a/-ia).
Per stabilire a quale gruppo appartiene un nome occorre tenere presente la distinzione tra nomi parisillabi e nomi imparisillabi:
• sono parisillabi i nomi che hanno lo stesso numero di sillabe al nominativo e al genitivo singolari (come mater, matris);
• sono imparisillabi i nomi che al genitivo singolare hanno una o due sillabe in più rispetto all’uscita del nominativo (come rex, regis).


IL PRIMO GRUPPO
Il primo gruppo comprende nomi imparisillabi, di genere maschile, femminile e neutro con una sola consonante davanti all’uscita -is del genitivo singolare. Essi hanno:
• l’ablativo singolare in -ĕ;
• il genitivo plurale in -ŭm;
• il nominativo, l’accusativo e il vocativo neutri plurali in -ă.
 

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IL SECONDO GRUPPO
Il secondo gruppo comprende nomi parisillabi, di genere maschie e femminile e imparisillabi di genere maschile, femminile e neutro con due consonanti davanti all’uscita in -is del genitivo singolare. Essi hanno:
• l’ablativo singolare in -ĕ;
• il genitivo plurale in -ĭŭm;
• il nominativo, l’accusativo e il vocativo neutri plurali in -ă.
 

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IL TERZO GRUPPO
Il terzo gruppo comprende nomi neutri, sia parisillabi sia imparisillabi, uscenti al nominativo singolare in -e, -al, -ar e al genitivo singolare rispettivamente in -is, -alis, -aris. Essi hanno:
• l’ablativo singolare in -ī;
• il genitivo plurale in -ĭŭm;
• il nominativo, l’accusativo e il vocativo neutri plurali in -ĭă.
 

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PARTICOLARITÀ DELLA TERZA DECLINAZIONE
Nomi del primo gruppo con genitivo plurale in -ium. Alcuni nomi del primo gruppo presentano la terminazione del genitivo plurale in -ium (anziché -um). I più frequenti sono:
 

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Nomi del secondo gruppo con genitivo plurale in -um. Alcuni nomi del secondo gruppo, pur essendo parisillabi, presentano la terminazione del genitivo plurale in -um (anziché -ium). I più frequenti sono:
 

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Nomi con entrambe le uscite del genitivo plurale (-ium/-um). Presentano entrambe le uscite al genitivo plurale i seguenti nomi:
 

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Particolarità della flessione. Esistono alcuni sostantivi che presentano una flessione irregolare. Ecco i principali:

bos, bovis, m./f. (bue, vacca): al singolare è regolare, mentre al plurale si declina: boves, boum, bobus (bubus), boves, boves, bobus (bubus).

iecur, iecoris, n. (fegato): presenta una declinazione regolare, ma frequenti sono le forme alternative da altri due temi:
 

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iugerum, iugeri, n. (iugero): al singolare segue la seconda declinazione e al plurale la terza (iugera, iugerum, iugeribus, iugera, iugera, iugeribus).

sus, suis, m./f, (porco, scrofa): nel dativo e ablativo plurali presenta le due forme subus/suibus.

vas, vasis, n. (vaso): al singolare segue la terza declinazione e al plurale la seconda (vasa, vasorum, vasis, vasa, vasa, vasis).

vis, roboris, f. (forza, violenza): è un nome difettivo che per le forme del genitivo e del dativo singolari ricorre al sostantivo neutro robur, roboris (quercia, forza). Ne risulta la seguente declinazione: al singolare vis, roboris, robori, vim, vis, vi; al plurale vires, virium, viribus, vires, vires, viribus.

Alcuni nomi invece si flettono regolarmente ma a partire da un tema del genitivo diverso da quello del nominativo:
caro, carnis, f. (carne): tema carn- al genitivo.

femur, femoris, n. (femore, coscia): si declina regolarmente, ma nel genitivo singolare preferisce la forma feminis, mentre al plurale, accanto alla declinazione regolare, presenta le forme femina, feminum, feminibus, femina, femina, feminibus.

iter, itineris, n. (viaggio, marcia): tema itiner- al genitivo.

Iuppiter, Iovis, m. (Giove, Zeus): si declina solo al singolare: Iuppiter, Iovis, Iovi, Iovem, Iuppiter, Iove.
 

Accusativo singolare in -im e ablativo singolare in -i. Vi sono alcuni nomi (comuni e geografici) della terza declinazione con il tema in -i che presentano l’accusativo singolare in -im e l’ablativo singolare in -i.
 

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Alternanza tra le forme -em/-im ed -e/-i. Vi sono anche nomi che oscillano tra le forme -em/-im per l’accusativo singolare ed -e/-i per l’ablativo singolare, come:
 

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Il nome ignis,-is (fuoco) presenta un ablativo singolare in -e (ign-e), ma in frasi idiomatiche particolari presenta sempre la forma in -i (ferro ignique, mettere a ferro e a fuoco).

Accusativo plurale in -is. A volte i nomi del secondo gruppo presentano, soprattutto nei testi poetici e nella prosa di alcuni autori classici, l’accusativo plurale maschile e femminile in -is, anziché regolarmente in -es.

Singularia e pluralia tantum. Esistono sostantivi che hanno solo il singolare (singularia tantum) oppure solo il plurale (pluralia tantum). Di questi ricordiamo i principali:
 

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Nomi con significato diverso al singolare e al plurale. Alcuni nomi presentano due significati diversi al singolare e al plurale:
 

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La quarta declinazione

Alla quarta declinazione appartengono numerosi nomi maschili e pochi femminili (con la medesima flessione) che si caratterizzano per:
• l’uscita in -ŭs del nominativo singolare;
• l’uscita in -ŭs del genitivo singolare.
Vi sono poi pochissimi nomi neutri (con una propria declinazione) che si caratterizzano per:
• l’uscita in -ū del nominativo singolare;
• l’uscita in -ūs del genitivo singolare.
 

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PARTICOLARITÀ DELLA QUARTA DECLINAZIONE
Il sostantivo domus. Il sostantivo domus,-us (la casa) presenta una declinazione particolare, infatti, accanto alle terminazioni della quarta, presenta anche alcune terminazioni tipiche della seconda.
 

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Il nome domus conserva un antico caso locativo, dovuto al suo frequente uso. Domi significa “a casa” o “in patria” (stato in luogo) e si trova spesso nelle espressioni domi bellique e domi militiaeque che significano entrambe “in pace e in guerra”. Nei complementi di luogo il nome domus non è accompagnato da preposizioni. Si avrà dunque: domum (accusativo - moto a luogo) e domo (ablativo - moto da luogo).

Oscillazioni tra la seconda e la quarta declinazione. Nel corso del tempo le terminazioni del genitivo singolare di alcuni nomi oscillarono tra la seconda e la quarta declinazione. Così troviamo: senatus,-us ma anche senatus,-i; ficus,-us ma anche ficus,-i e pinus,-us ma anche pinus,-i. Alcuni nomi di pianta presentano oscillazioni anche al nominativo plurale (-us/-i) e all’accusativo plurale (-us/-os). I casi sono segnalati dal vocabolario.
Dativo  e ablativo plurali in -ubus. Alcuni nomi hanno mantenuto per il dativo e l’ablativo plurali la terminazione -ŭbus (anziché -ibus), che era l’antica terminazione della quarta declinazione. In particolare si comportano in questo modo:
-  i bisillabi che terminano in -cus, come arcus,-us, lacus,-us, quercus,-us, specus,-us;
-  i tre nomi tribus,-us (la tribù), artus,-us (l’arto) e partus,-us (il parto).
Invece i due nomi portus,-us (porto) e veru,-us (spiedo) presentano le due forme -ibus e -ubus.
Nomi che hanno solo l’ablativo singolare. Alcuni nomi (iussu, iniussu, ductu, hortatu, impulsu ecc.) vengono usati perlopiù all’ablativo singolare in -u in alcune espressioni particolari, come: iussu consulis (per ordine del console), hortatu ducis (per esortazione del comandante), minor natu (minore d’età), maior natu (maggiore d’età).
 

La quinta declinazione

La quinta declinazione comprende un ristretto gruppo di nomi che si caratterizzano per:
• la terminazione -ēs del nominativo singolare;
• la terminazione -ĕi/-ēi del genitivo singolare.
I nomi della quinta declinazione sono tutti femminili tranne dies (il giorno), maschile, che però è femminile quando significa “giorno stabilito”, e il suo composto meridies (il mezzogiorno), maschile. Ecco lo schema del sostantivo femminile res (la cosa) e del maschile dies (il giorno), perché questi sono gli unici due nomi della quinta declinazione che hanno la flessione completa in tutte le forme del singolare e del plurale. Infatti altri nomi (come acies,-ei, facies,-ei, spes,-ei) al plurale presentano soltanto le forme del nominativo, accusativo e vocativo.
 

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PARTICOLARITÀ DELLA QUINTA DECLINAZIONE
Il sostantivo res. Il sostantivo res (la cosa) è un sostantivo di significato generico molto usato nella lingua latina, spesso in unione con un aggettivo; in questi casi esso assume una serie di significati specifici e particolari:
 

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Il sostantivo dies. Il sostantivo dies di solito è di genere maschile, mentre al singolare diventa femminile:
-  quando viene usato nel senso generico di “periodo”, “spazio di tempo”;
-  quando indica giorno stabilito, fissato per un determinato impegno o avvenimento: certa die, die statuta, die constituta;
-  quando assume il significato di “data” (per esempio nelle lettere)
Oscillazioni tra la quinta e la prima declinazione. Alcuni nomi accanto alle terminazioni della quinte, presentano anche una forma in -ia, che segue la prima declinazione. È il caso di: luxuries,-ei ma anche luxuria,-ae; materies,-ei ma anche materia,-ae; pigrities,-ei ma anche pigritia,-ae. Pauperies,-ei ha una forma alternativa appartenente alla terza declinazione (paupertas,-atis).
Il sostantivo plebes. Il sostantivo femminile plebs, plebis, della terza declinazione, presenta anche le forme del genitivo e dativo singolari tipiche della quinta, con un nominativo plebes. Si trova anche l’uscita -i per il genitivo singolare in espressioni formulari del linguaggio politico-istituzionale, come tribunus plebi (tribuno della plebe).

 

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