George Orwell

LIFE (1903 - 1950)
George Orwell was born in India. His father was a minor customs official who worked hard and made sacrifices to send his son to preparatory and public schools in England. From his schooldays on, Orwell was aware of class divisions and developed strong sympathies for the working class. After school he joined the Indian Imperial police. After leaving the colonial police force, he worked in ill-paid jobs in Paris and London. By this time he disliked colonialism and his working-class sympathies developed into strong left-wing political convictions. When the Communists succeeded in destroying the anarchists, he became an outspoken critic of Stalinism, which he regarded as reactionary as Fascism. Both Animal Farm (1945) and Nineteen Eighty-Four (1949) are written from the point of view of an unaligned democratic socialist and present two tyrannical political systems characterized by both Stalinism and Fascism elements.
He died of tuberculosis in 1950.


ACHIEVEMENT
Both Animal Farm and Nineteen Eighty-Four contain political ideas in disguise but they are also powerful works of the imagination. With the exception of these two novels, Orwell had been admired for his works of non-fiction, and is regarded as one of the great essayists of the modern period. His essays revel his suspicion of conventional and dogmatic opinions and are valued for their use of plain and clear English in the service of intelligent argument. He himself recognized that he was not a novelist in the “literary” sense, but that he used the novel as a vehicle for his ideas about society.
Orwell’s most important works are:
Burmese Days, based on his experiences as a superintendent in the Burmese Imperial Police;
Animal Farm, a political fable, satirizing the progress of the Russian Revolution from liberation to totalitarianism;
Nineteen Eighty-Four, a novel which attempted to describe life in the totalitarian states which would dominate the world;
Down and Out in Paris and London, based on life among the urban poor;
Homage to Catalonia, a description of Spanish Civil War as he personally experienced it.

Animal Farm

In Animal Farm Orwell uses very old narrative forms to point out and illustrate political convictions. Works which use anthropomorphized animals to teach a lesson are commonly called fables. Orwell’s fable could be summed up as “power corrupts”. This lesson is relevant in the 30’s and 40’s, when socialist revolutions had succeeded in replacing corrupt systems of government with new men who would themselves duplicate the corruption and abuses of power they were meant to end.  The fable is a more sophisticated allegorical structure. There are specific correspondences between certain animals and episodes in the story and real historical figures and events. In fact Animal farm satirizes the progress of the Russian Revolution from liberation to totalitarianism and some animals are associated with figures like Lenin, Trotsky, Stalin, Hitler.

PLOT. Manor farm is owned by the farmer Mr Jones, a tyrant who mistreats the animals. One of them, a pig called Major, inspires the others with a dream of freedom from tyrannical human beings. He dies, but his ideas live on and two young pigs, Napoleon and Snowball, lead an attack and drive their human masters out. Now all the animals work for each other, but the pigs begins to enjoy small privileges; they also insist on total obedience as the price for protecting the farm against humans. However, Napoleon is jealous of Snowball’s influence and drives him from the farm with the help of some dogs. Now Napoleon holds absolute authority. The animals are forced to work ceaselessly on the construction of a windmill to make the farm self-sufficient. When the windmill collapses in a storm, Napoleon says that it has been sabotaged by Snowball. Next, Napoleon declares himself president of a Republic.
The egalitarian spirit of Animal Farm disappears. In the final chapter, the farm is described ten years later. The animals are working harder than ever. The pigs now entertain human guests and increasingly resemble men.

From Animal Farm, “THOSE WERE HIS VERY LAST WORDS, COMRADES…”

Traduzione

Gli animali erano tutti al lavoro, strappando le erbacce dalle rape sotto la sorveglianza di un maiale, quando si stupirono nel vedere Benjamin venire galoppando dalla direzione dei fabbricati, ragliando al massimo della sua voce. Era la prima volta che vedevano Benjamin eccitato – infatti era la prima volta che qualcuno lo vedeva galoppare. «Presto, presto!» gridava. «Venite subito! Stanno portando via Boxer!» Senza aspettare ordini dal maiale, gli animali interruppero il lavoro e si precipitarono verso i fabbricati. Nel cortile sostava un gran furgone chiuso, tirato da due cavalli, con lettere scritte su un fianco e un uomo dall'aria astuta, con in testa un berretto a visiera, seduto a cassetta. E il posto di Boxer nella stalla era vuoto.
Gli animali si affollarono attorno al furgone. «Addio, Boxer!» gridarono in coro. «Addio!»
«Stolti, stolti!» urlò Benjamin saltando attorno a loro e battendo la terra con i suoi piccoli zoccoli. «Stolti! Non vedete che cosa c'è scritto sul fianco del furgone?» Gli animali sostarono e vi fu un mormorio. Muriel cominciò a compitare le parole, ma Benjamin la spinse da parte e nel mezzo di un silenzio mortale lesse: «"Alfred Simmons, Macelleria Equina e Fabbrica di Colla, Willingdon. Negoziante di cuoio e d'ossa. Forniture per canili". Capite ciò che significa? Portano Boxer al macello!».
Un grido d'orrore uscì da tutti gli animali. In quel momento l'uomo a cassetta frustò i suoi cavalli e il furgone uscì dal cortile a buon trotto. Tutti gli animali lo seguirono gridando a gran voce. Clover forzò l'andatura per portarsi innanzi. Il furgone acquistava velocità. Clover tentò di muovere al galoppo le sue pesanti membra, e raggiunse un piccolo galoppo. «Boxer!» gridò. «Boxer! Boxer! Boxer!» e proprio in quel momento, come se sentisse il frastuono esterno, il muso di Boxer, con la striscia bianca lungo il naso, apparve alla piccola finestra sul retro del furgone.
«Boxer!» gridò Clover con voce terribile. «Boxer, scendi! Scendi presto! Ti portano alla morte!» Tutti gli animali raccolsero il grido: «Scendi, Boxer, scendi!». Ma il furgone andava sempre più veloce, portandolo via da loro. Non era certo che Boxer avesse capito ciò che Clover aveva detto. Ma poco dopo il suo muso scomparve dalla finestrella e ci fu il suono di un tremendo scalpitare di zoccoli all'interno del furgone. Cercava a calci una via d'uscita. Un tempo pochi colpi di zoccolo di Boxer avrebbero fatto a pezzi il furgone. Ma, ahimè! La forza lo aveva abbandonato e in pochi istanti il suono degli zoccoli scalpitanti si fece più debole finché cessò. Disperati, gli animali cominciarono ad appellarsi ai due cavalli che tiravano il furgone, pregandoli di fermarsi. «Compagni, compagni!» gridavano. «Non conducete a morte vostro fratello!» Ma quegli stupidi bruti, troppo ignoranti per rendersi conto di quel che stava accadendo, non fecero che scuotere le orecchie e accelerare il passo. Il muso di Boxer non riapparve nella finestra. Troppo tardi qualcuno pensò di correre avanti e chiudere il grande cancello; un istante dopo il furgone lo varcava e rapidamente spariva sulla strada. Boxer non fu visto mai più.
Tre giorni dopo venne annunciato che egli era morto nell'ospedale di Willingdon, nonostante avesse ricevuto ogni attenzione che un cavallo possa avere. Squealer andò ad annunciare la notizia agli altri. Egli, disse, era stato presente alle ultime ore di Boxer.
« È stata la cosa più commovente che abbia mai visto!» disse Squealer, sollevando la zampa e asciugandosi una lacrima. «Fino all'ultimo istante sono stato vicino al suo letto; all'ultimo, quasi troppo debole per parlare, mi ha sussurrato all’orecchio che il suo solo dispiacere era di morire prima che il mulino fosse ultimato. "Avanti, compagni!" sussurrò. "Avanti nel nome della Rivoluzione! Viva la Fattoria degli Animali! Viva il compagno Napoleon! Napoleon ha sempre ragione!" Sono state le sue ultime parole, compagni.»
Qui il comportamento di Squealer mutò ad un tratto. Tacque per qualche istante, e i suoi piccoli occhi lanciarono sguardi sospettosi da un lato all'altro prima di proseguire.
Aveva saputo, disse, che una voce sciocca e malvagia era circolata al momento del trasporto di Boxer. Alcuni animali avevano notato che il furgone che trasportava Boxer portava la scritta "Macelleria Equina", ed erano subito giunti alla conclusione che Boxer era stato mandato al macello. Era quasi incredibile, disse Squealer, che ci potessero essere animali tanto stolti. Certo, gridò sdegnato, dimenando la coda e saltellando qua e là, certo essi conoscevano il loro beneamato Capo, il compagno Napoleon meglio di tali voci? Ma la spiegazione era molto semplice: il furgone era stato precedentemente di proprietà di un macellaio ed era stato comperato poi dal veterinario che non aveva ancora cancellato la vecchia iscrizione. Ecco com'era sorto l'errore. Gli animali a questa spiegazione provarono un grande sollievo. E quando Squealer continuò a dare minuti particolari del letto di morte di Boxer, delle amorevoli cure che aveva ricevuto e delle costose medicine che Napoleon aveva pagato senza badare a spese, i loro ultimi dubbi sparirono e il dolore che provavano per la morte del loro compagno fu mitigato dal pensiero che almeno era morto felice.

 

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