Il gerundivo

 

Il gerundivo è un aggettivo verbale e non ha un corrispettivo in italiano.
• In qualità di aggettivo concorda in caso, genere e numero con il termine della frase ci si riferisce (sostantivo o pronome);
• In qualità di verbo ha valore passivo e per questo si ha soltanto con i verbi transitivi (attivi o deponenti).
Si forma dal tema del presente cui si aggiunge l’uscita -ndus, -nda, -ndum.
Esprime per lo più un’idea di necessità o di dovere e viene reso in italiano con delle perifrasi:
amandus, -a, -um:  da amare, che deve essere amato, che bisogna amare;
verendus, -a, -um:  da temere, che deve essere temuto, che bisogna temere;
dicendus, -a, -um:  da dire, che deve essere detto, che va detto;
audiendus, -a, -um:  da ascoltare, che deve essere ascoltato, che va ascoltato.
 

L’ALTERNANZA TRA IL GERUNDIO E IL GERUNDIVO
Talvolta il latino utilizza il gerundivo al posto del gerundio con i verbi transitivi accompagnati da un complemento oggetto. In questo caso:
• il sostantivo che funge da complemento oggetto va nel caso del gerundio;
• il gerundio si muta in gerundivo e si accorda in caso, genere e numero con il sostantivo suo complemento.
La costruzione con il gerundivo al posto di quella con il gerundio è facoltativa quando il nome verbale è al genitivo o all’ablativo semplice, cioè non retto da preposizioni, mentre è obbligatoria nei casi dativo, accusativo con preposizione (ad, in) e ablativo con preposizione.

 

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