La proposizione completiva volitiva


Vengono definite proposizione completive (o sostantive o complementari dirette) quelle subordinate che completano quanto viene espresso nella reggente.
Le completive volitive, per forma e significato, sono affini alle proposizioni finali. Come le finali, sono introdotte dalle congiunzioni ut/ne e reggono il congiuntivo presente o imperfetto.
A differenza delle finali, che non sono indispensabili per assicurare un senso compiuto alla reggente, le completive volitive costituiscono il complemento logico necessario a definire il senso del verbo reggente e pertanto non possono essere eliminate senza perdere il significato del periodo.

Librum servo dedi ut tibi traderet.
Ho dato un libro allo schiavo perché te lo consegnasse (proposizione finale: la reggente ha senso compiuto da solo)

Servum oravi ut librum tibi traderet.
Ho pregato lo schiavo di consegnarti il libro. (proposizione completiva: la reggente da sola è incompiuta).

 

Le completive volitive sono introdotte da verbi che significano:
• “domandare, chiedere, interrogare” come rogo, interrogo, oro, posco, reposco, flagito, peto, postulo, quaero;
• “permettere, concedere” come permitto, concedo;
• “persuadere, esortare, consigliare, suggerire” come suadeo, persuadeo, induco, impello, moneo, admoneo;
• “ordinare, volere, stabilire” come impero, edico, mando, praecipio, constituo, placet, volo, malo;
• “desiderare, sperare” come opto, spero, desidero, expeto;
• “provvedere, darsi da fare, procurare, fare attenzione a” come video, provideo, caveo, facio, efficio.

 

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